Skip to content
- Dopo poche settimane dalla nascita, dovevo morire. Così si diceva. Piangevo continuamente ed ero diventato magrissimo. Tutto si risolve dopo l’ennesima visita: avevo semplicemente una fame da lupo. Il “pancotto” fu la mia salvezza.
- L’infanzia trascorsa per frequenti periodi tra nonni e zii, nella campagna selvatica, in una famiglia patriarcale. Mi ha lasciato, lentezza infinita e velocità. Contemporaneamente.
- L’adolescenza vissuta a Sabaudia tra una secchiata di mare e partite a calcetto nelle quali Fernando. Il gigante Fernando, difficilmente terminava una partita. S’incazzava sempre. Una volta si è infuriato addirittura con il pallone.
- Sa. & Leo. Quella piscina a Metaponto era troppo piccola per i vostri guizzi.
- Sabaudia mi ricorda la sabbia, non quella del mare. L’oro delle campagne.
- Gli amici lottavano con gli occhi chiusi, il mondo ci sembrava esagerato. Noi pensavamo che il futuro sarebbe stato privo di noia. Invece il futuro non è mai arrivato. E’ un inganno. Esiste solo il presente.
- Lu. & Anto. Innestate le marce. Il fiume scorre piacevolmente verso il mare.
- Aprilia la sento vicina alle mie orecchie, tanti occhi aperti che ora raccontano storie impaginate tra solchi e ciglia.
- Borgo Piave, via Mascitti. 1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15. Puro godimento.
- L’uomo che è in me ride delle mie spigolosità, capisce quando usare scooter o auto. Piange di gioia vedere consumare la vita.
- Il mare ritorna dentro ogni giorno che respiro. Il mare.
- Il futuro è una camicia aperta.
- Le piante sono il mio inizio dentro lo stesso purgatorio!
- Si lo so che la pubblicità è la più bella invenzione del surrogato della menzogna.
- La vita è un arcobaleno, di un solo colore ?
- Luz: la notte sembra il giorno mentre il giorno vuole il calendario.
- Mio padre: un serissimo uomo allegro.
- Mia madre: una allegrissima donna riservata.
- Jany, quel sorriso inciampato su di me.
- Rosanna: aperta a tutto il mondo che dice lei.
- Sandro: duro come una pietra quando si appoggia sul cuscino.
- Collaboratori, operatori e colleghi. Compagni di bellissimi giochi.
- Cuba, il senso di un respiro esagerato.
- Via Madonna Giulia 1. Niente da dire niente da fare!
- Il pane è il bene magnifico del mio palato.
- Estate: pomodoro mezzo maturo a fette con olio e sale.
- Dall’argilla può nascere un germoglio che invade il mondo.
- Lavanda e l’Eucalipto altro che profumi. Altro che odori.
- Via Francia, 14 è la dimostrazione che tutto ritorna a pareggiare i conti. Sempre.
- La mia terra profuma di inguine.
- Latina è una sottana di troppi.
- L’Autunno vive sulle foglie meravigliose del Liquidambar.
- Sandro 1979, quel gesto non si dimentica. Mai. Più.
- Titta, questo uomo grande come un cuore. Piccolo come un brillante.
- Mario della San Pellegrino. Ricordati di essere stato il mio imbocco all’autostrada.
- Nonno Giuseppe, impetuoso e meraviglioso. Mai indietro a nulla. Oggi come allora il vino doveva lambire il bordo del bicchiere. Solo allora era una “ chicchera”. Si poteva consumare.
- Nonna Antonia, senza una parola. Diceva tutto.
- Le notti le regalavamo all’inutile. Ci faceva bene. Righetto era coraggio e apatia, energia e pensieri fissi.
- Il bate che sta nell’aria, vola. Dopo il suo sforzo.
- Pane di Lariano, dopo tre giorni. Mangialo, poi mi dici.
- Helenio Herrera “Taca la bala!”.
- Nonna Rosa, un sapore continuamente intorno a me. Inesauribile.
- Zio Gaetano, quella pinza sul mio orecchio non te l’ho mai perdonata. E’ servita ad alzare l’asticella.
- Giggiriva “Rombo di tuono” spaccava i pali delle porte, quando i pali erano veri.
- Via Spalato su Piazza della Libertà: acqua & fuoco.
- Zio Bruno, mi ricordi le briscole al gazebo.
- Zia Gabriella, avevo 5 anni, dormivo nel letto tra te e Zia Agnese. Mi hai insegnato a pregare. Grazie.
- Cico Bar. Il ritrovo con gli amici. Tra l’inverno e una sbornia di freddo a dirci un sacco di fregnacce.
- Nave Vesuvio: mai avrei immaginato di conoscere tante facce diverse. C’era anche Antonio.
- Zio Franco, tu sei: centinaia di sacchi di grano a salire tre gradini con tua sorella sopra. A pranzo quattro piatti di minestrone.
- La mortadella, quella dell’alimentari a Borgo Piave, con il pistacchio e il pane di Lariano. Quello scuro.
- Sergio … fuori sono una fila di denti, dentro farfalle viventi e mezzo bruco di passato.
- Luna, rabbia e fantasia. E che occhi.
- Sara, ti guarda dritto negli occhi. E fa a modo suo.
- Antonio, miele e barattolo.
- Leonardo, sensibile e leale. Corpo e armonia.
- Ave & Antonio: grandi in tutto.