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TUTTI I GIORNI CREDONO DI ESSERE UNICI
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LA NOTTE

In quel preciso istante

In quel preciso istante

 

Era il giorno 45, una chiave inglese tra le mani  

e un obbligo per tutti. Addosso le case solo ulivi

ad imbuto, dietro la chiesa c’erano le vanghe, pronte

per l’affilatura; s’era portato l’asciugamano e un rasoio

l’unico bene che l’uomo pretende da se stesso.

Tra le case il buio dormiva con la luce, accade

in quelle giornate d’inverno, tra la sera e quello che c’è

nello stomaco. Il buio e la luce, diventano un unico

impasto nella tua bocca. Era il giorno 45, l’anno 0017

il minuto 90 e ancora spiccioli. Il viso dimagrito

di mio padre, tendeva al rosso, teneva conservate

le scottature avvolte nelle orecchie. Ora la luce si posa

sulle foto alla parete, è definitivamente notte. E’ la notte

la vera luce, tratteggia le smorfie dei visi con il fruscio

dell’aria che ritorna. La notte raccoglie e conserva

quello che succede, perchè succede solo di notte.

La notte si foraggia di accadimenti e cause perse.

 

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